SCOPRIRE MOTTA SAN GIOVANNI: TRA STORIA E PANORAMI
Un Balcone sulla Storia
Motta San Giovanni, situata a 450 metri sul livello del mare, offre una vista panoramica mozzafiato. Il nome "motta" evoca immagini di antiche fortezze erette su rupi inaccessibili, dominando il paesaggio circostante e offrendo protezione ai suoi abitanti. Questi centri fortificati erano spesso posti strategici, ideali per difendersi dagli invasori e avere una visione chiara del territorio circostante.
Origini Avvolte nel Mistero
Nonostante la sua posizione strategica, le origini di Motta San Giovanni rimangono avvolte nel mistero. Si ritiene che il centro abitato abbia iniziato a svilupparsi intorno al 1500, in seguito alla distruzione della vicina fortezza di San Niceto. Tuttavia, la mancanza di documentazione certa rende difficile tracciare con precisione la storia delle sue origini.
Rinascita dopo la Tragedia
Come molti altri paesi della zona grecanica, Motta San Giovanni non è stata risparmiata dalla furia del terremoto del 1908. La devastazione portò alla distruzione di gran parte del paese. Tuttavia, la resilienza e la determinazione della sua gente hanno permesso una rapida ricostruzione. Invece di ricostruire sullo stesso sito, gli abitanti decisero di spostarsi leggermente più a valle, dando vita al paese che vediamo oggi.
Un Invito alla Scoperta
Visitar Motta San Giovanni è un'esperienza che combina storia, cultura e panorami mozzafiato. Ogni angolo del paese racconta una storia, ogni pietra ha una memoria. Passeggiando per le sue strade, si può sentire il respiro del passato e ammirare la bellezza del presente. È un luogo che invita alla riflessione, alla scoperta e all'ammirazione delle meraviglie che la natura e la storia possono offrire.
UN VIAGGIO NEL TEMPO ATTRAVERSO MOTTA SAN GIOVANNI
Le Origini
Motta San Giovanni ha radici profonde che affondano nell'antichità. Inizialmente, era considerata un'estensione del castrum (insediamento fortificato) di San Niceto. Tuttavia, la sua storia prende una svolta significativa quando San Niceto fu distrutto nel Quattrocento, e Motta San Giovanni assorbì ciò che ne rimaneva.
Feudi e Patriziati
Nel 1507, Motta San Giovanni divenne un feudo autonomo sotto il controllo degli Aragona di Montalto. Nel corso dei decenni successivi, il potere passò attraverso le mani di quattro famiglie patrizie di Messina: i Minutolo nel 1561, i Marquett nel 1565, i Villadicane nel 1576 e gli Ioppolo. Gli Ioppolo persero il controllo del feudo e nel 1605 fu acquistato da Carlo Ruffo di Bagnara, che dovette sborsare una considerevole somma di ducati per acquisirlo. Nel Seicento, Motta San Giovanni era ancora un'importante enclave di sacerdoti greci. Questa comunità era presieduta da Nicola Stavriano, che aveva parentela con il vescovo Giulio Stavriano, noto per aver abolito il rito greco a Bova nel 1572.
Il Titolo di Principi
Quando i Ruffo di Bagnara ottennero il titolo di principi, nel 1682, decisero di trasferirlo a Motta San Giovanni. Questo gesto sottolineò l'importanza che attribuivano al borgo. Tuttavia, il sistema feudale ebbe fine con l'avvento del governo francese nel 1806.
L'Arte della Pietra Reggina
Motta San Giovanni è stata da sempre rinomata per la lavorazione artigianale della pietra reggina, una roccia sedimentaria calcarea ampiamente utilizzata nell'edilizia. Questa pietra veniva estratta principalmente dalle cave di contrada Sarto a Motta San Giovanni e dal promontorio di Capo d’Armi, noto come Leocupetra (pietra bianca) per i Greci. Nel 44 a.C., persino Cicerone sbarcò in questa zona, ospite nella villa di Publio Valerio, mentre era in viaggio verso la Grecia, in fuga da Antonio.
Motta San Giovanni è un luogo che racconta storie millenarie attraverso le sue pietre e i suoi monumenti, e offre ai visitatori un'opportunità unica di immergersi nella storia dell'Aspromonte e della Calabria.
ESPLORARE IL CASTELLO DI SAN NICETO
Uno dei luoghi più suggestivi da visitare a Motta San Giovanni è il Castello di San Niceto. Le origini di questa fortezza risalgono agli inizi dell'XI secolo ed è menzionata come "castrum" nei registri angioini del 1268. Nel 1459, il castello fu annesso a Reggio Calabria. Il castello presenta una pianta irregolare con numerosi ruderi, tra cui una torre scarpata utilizzata come mastio, un edificio adiacente alle mura, un palazzo centrale e un edificio sacro. Le mura di cinta seguono il bordo della scarpata, ma sono interrotte dalla presenza di un muro trasversale che divide l'area fortificata in due parti. Gran parte delle mura è ben conservata, ad eccezione di una zona a sud che è crollata a causa di frane. Le tecniche murarie utilizzate includono pietra squadrata e lastre, con angoli realizzati in blocchi.
LA CHIESA DI SAN GIOVANNI TELOGO
Nel cuore del paese, troverai la Chiesa di San Giovanni Teologo. All'interno di questa chiesa è custodita una statua di San Giovanni con un'aquila ai piedi. Un particolare scannello alla base della statua reca uno stemma araldico degli Aragona, inquartato con le insegne degli Angiò. Questo dettaglio suggerisce che la statua potrebbe essere stata realizzata quando Motta San Giovanni divenne un feudo autonomo. Questa datazione è in linea con le affermazioni del Frangipane, che colloca l'esecuzione della statua intorno al quarto decennio del XVI secolo.
LA SACRESTIA DELLA CHIESA DI SAN ROCCO
Poco distante, la sacrestia della Chiesa di San Rocco conserva un importante corpus di materiali lapidei. Questi materiali provengono dagli edifici di culto locali e possono essere datati al XVII e al XVIII secolo. Questi reperti forniscono preziose informazioni sulla storia e sull'arte sacra della regione durante quel periodo.
Motta San Giovanni è un tesoro di storia e cultura, con i suoi antichi resti e le sue chiese ricche di significato storico e artistico. Esplorare questi luoghi offre un'opportunità unica di immergersi nella storia di questa affascinante città.
18/09/2023